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Un vulcano chiamato Siria

Un vulcano chiamato Siria

Testi e testimonianze

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Un vulcano chiamato Siria propone una panoramica sulla rivoluzione siriana, scoppiata nel 2011 sull’onda delle rivolte che hanno coinvolto tutto il mondo arabo. Le prime proteste, pacifi che e civili, sono state represse nel sangue dal regime di Bashar al-Asad, che ha rifi utato qualsiasi richiesta di cambiamento e si è dimostrato deciso a difendere a ogni costo il potere ereditato dal padre, Hafez al-Asad. A seguito della repressione, la Siria è precipitata in un’ impasse di violenza e oggi viene contesa da varie potenze regionali e internazionali. L’autore, giornalista e accademico siriano, si interroga sul futuro del proprio paese e pone l’accento sull’importanza della democrazia come soluzione che possa garantire una pace stabile e duratura.

COD: 9788878016439 Categoria:
000

Un vulcano chiamato Siria propone una panoramica sulla rivoluzione siriana, scoppiata nel 2011 sull’onda delle rivolte che hanno coinvolto tutto il mondo arabo. Le prime proteste, pacifi che e civili, sono state represse nel sangue dal regime di Bashar al-Asad, che ha rifi utato qualsiasi richiesta di cambiamento e si è dimostrato deciso a difendere a ogni costo il potere ereditato dal padre, Hafez al-Asad. A seguito della repressione, la Siria è precipitata in un’ impasse di violenza e oggi viene contesa da varie potenze regionali e internazionali. L’autore, giornalista e accademico siriano, si interroga sul futuro del proprio paese e pone l’accento sull’importanza della democrazia come soluzione che possa garantire una pace stabile e duratura. Il libro ripercorre le fasi precedenti alla rivoluzione, a partire dalle attività dell’opposizione democratica che hanno portato alla primavera di Damasco nel 2000, i cui protagonisti sono stati arrestati e incarcerati, analizza l’atteggiamento del regime nei confronti del settarismo attraverso le testimonianze raccolte dall’autore tra gli attivisti della sua città, Salamiyya, dove risiede la minoranza ismailita, ed esamina approfonditamente il modo in cui il regime ha giocato la carta del jihadismo per salvare se stesso. Infi ne, viene a rontata la visione “orientalista”, riproposta sia in occidente sia nei paesi arabi, secondo la quale gli arabi e i siriani non sono predisposti alla libertà e alla democrazia. Questo punto di vista, unito alla paura per il fondamentalismo islamico, ha portato a giustifi care il regime di Bashar al-Asad, a prescindere dal fatto che si fosse macchiato di atroci crimini contro la popolazione e senza tenere conto che le cause del fondamentalismo sono state innanzitutto di natura politica, ancor prima che culturale e storica.

Abdullah Alhallak è un giornalista e ricercatore siriano. Dal 2004 pubblica articoli sulle maggiori testate arabe e ha collaborato con il prestigioso inserto culturale del giornale libanese “Al-Nahar”. Ha lavorato come ricercatore senior presso la fondazione “Samir Kassir” di Beirut ed è caporedattore della rivista “Syria Writes”. È autore di diversi libri sui temi della democrazia e della laicità nel mondo arabo e di uno studio analitico sullo sviluppo della stampa siriana nell’ultimo secolo recentemente pubblicato dalla fondazione “Friedrich Ebert”.

Informazioni aggiuntive

Codice ISBN

9788878016439

N° pagine

76

Anno di pubblicazione

2018

Traduzione di

Giacomo Longhi

Introduzione di

Shady Hamadi

La Voce del Berici, 4 aprile 2020
“In Siria il Covid-19 fa paura. Potrebbe avere effetti catastrofici”, su “Un vulcano chiamato Siria” di Abdullah Alhallak, Jouvence
Leggi la recensione

Shady Hamadi – ilfattoquotidiano.it, 6 gennaio 2019
“Un vulcano chiamato Siria, i testi e le storie raccolte dall’intellettuale in esilio che lotta contro il regno del silenzio”
Leggi l’intervista