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Solo uno sguardo di carne e di spirito, mosso dall’Eros, votato al piacere, può soddisfare la sete prima e ultima della Visione, cioè l’incontro del visibile con l’invisibile. Ed è solo attraverso la “copula suprema”, consumata tra gli occhi e il Cielo, che lo sguardo può veramente andare diritto al cuore pulsante, primitivo, originario ed estremo delle cose e dell’uomo.
Nell’occhio, inteso come punto luce del nostro Essere, prendono forma personificazioni mitiche astrali: corrispondenze arcaiche remote che serbano ricette alchemiche antiche, utili e benefiche sia per la distillazione dello sguardo sia per la trasmutazione aurea della psiche.
L’occhio si fa, dunque, ventre creativo, dove fermentano e affiorano tracce primitive, orme originarie, immagini archetipiche con le quali e attraverso le quali l’uomo – procedendo per mìmesis, muovendosi per iocus e operando per affinità simbolica – interagisce, raffinando e sublimando la propria
Anima.
Ma come si gioca il corpo a corpo sibaritico e sintetico della Visione? Come porre le immagini percepite in relazione con la profondità inconscia? E come farle aderire all’Anima dell’uomo? A questi interrogativi si è voluto dare risposta, facendo appello alla mitologia e all’Arte – alla prosa, alla poesia, al cinema, alla pittura, alla danza e alla musica in particolare – con l’intento di fare emergere la Forza e la Bellezza della percezione. Qualità e caratteristiche che meritano di essere riconsiderate e rivalutate, se si vuole promuovere una rinascenza dello sguardo. Condizione, quest’ultima, indispensabile per approdare a un’autentica Visione capace di dialogare con le istanze profonde della psiche, nel tentativo di sottrarci all’ossessione contemporanea della visibilità che ci rende, sostanzialmente, invisibili a noi stessi.
Luisella Ferrario ha conseguito il Dottorato di Ricerca in Filosofia delle scienze sociali e Comunicazione simbolica presso l’Università degli Studi dell’Insubria di Varese-Como, dove, attualmente, è cultrice della materia in Filosofia delle scienze sociali, Simbolica della comunicazione politica, Linguaggi politici e Filosofia politica, società e media. Per “Metábasis” ha pubblicato: L’anima mitica del duende in Federico García Lorca (maggio 2015, a. X, n. 19); Die große Stille: trame liminari e soglie acustiche (novembre 2013, a. VIII, n. 16); Tra l’incudine e il martello: da Efesto al touch screen (maggio 2013, a. VIII, n. 15); Cinema e simbolo: il potere dell’immagine in movimento (maggio 2012, a. VII, n. 13).
Informazioni aggiuntive
Anno di pubblicazione | 2018 |
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Codice ISBN | 9788878015722 |
N° pagine | 360 |
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