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In dialogo con Maurizio Ferraris, l’autore prende posizione sul cosiddetto Nuovo Realismo, ripensandolo in forma di progetto. A partire dal dibattito mediatico creatosi attorno a questa nuova corrente di pensiero, Luca Taddio spiega la genesi della sua presa di posizione teorica attraverso un breve spaccato autobiografico che inizia in via del Lazzaretto Vecchio a Trieste, nei primi anni Novanta, tra il dipartimento di filosofia e quello di psicologia.
In dialogo con Maurizio Ferraris, l’autore prende posizione sul cosiddetto Nuovo Realismo, ripensandolo in forma di progetto. A partire dal dibattito mediatico creatosi attorno a questa nuova corrente di pensiero, Luca Taddio spiega la genesi della sua presa di posizione teorica attraverso un breve spaccato autobiografico che inizia in via del Lazzaretto Vecchio a Trieste, nei primi anni Novanta, tra il dipartimento di filosofia e quello di psicologia. All’epoca andavano di moda, per ragioni diverse, altre tendenze filosofiche che, mettendo da parte la “verità”, si sviluppavano in chiave antirealista: dal costruttivismo al pensiero debole, dalla semiotica alla filosofia della scienza, dall’ermeneutica al decostruzionismo, via via fino ad arrivare alle più note posizioni postmoderne. Dalla scuola triestina di psicologia della percezione di matrice realista di Paolo Bozzi, il percorso prosegue, in dialogo con le scienze contemporanee, verso una nuova metafisica antiriduzionista capace di “affermare” un realismo in grado di abbracciare sia l’esperienza immediata del mondo sia la realtà sottostante. Il volume si articola in una prima fase introduttiva, seguita dall’analisi della dimensione estetica e infine metafisica. Tramite il ricorso al concetto di stabilità si indaga il comportamento della materia e dell’apparire nella sua complessità fenomenologica. Vengono così tracciate le linee guida che ci indicano una originale direzione di ricerca: verso una nuova metafisica incentrata non sulla stabilità dell’essere, bensì sulla metastabilità del divenire.
Luca Taddio si è occupato di teoria dell’immagine e di filosofia della percezione. È stato docente a contratto di Estetica a Udine e Gorizia e del Rapporto mente-corpo e intelligenza artificiale a Trieste. Ha curato diversi volumi tra cui segnaliamo: P. Bozzi, Un mondo sotto osservazione (2007), W. James, Empirismo radicale (2009), E. Severino, La guerra e il mortale (2010), J. Ortega y Gasset, Meditazione sulla tecnica (2011), Quale filosofia per il Partito Democratico e la Sinistra (2011), e i due volumi di estetica dell’architettura Costruire Abitare e Pensare (2009) e Città Metropoli e Territorio (2012). Autore di racconti filosofici in pubblicati in Spazi immaginali (2004). Ha pubblicato i seguenti libri: Fenomenologia eretica (2011), Global Revolution (2012), I due misteri (2012). E con Damiano Cantone L’affermazione dell’architettura (2011),
Informazioni aggiuntive
Anno di pubblicazione | 2013 |
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Codice ISBN | 9788878014145 |
N° pagine | 256 |
I linguaggi politici della civiltà occidentale
FilosofiaQuesto nostro discorso prende le mosse dallo studio della retorica antica, al fine di sviluppare alcune riflessioni filosofiche, su cui fondare […] una ricostruzione storica che ci condurrà, attraverso le varie definizioni di retorica nonché attraverso tutte le sue ricadute pratiche, etiche, sociali e politiche, al mondo dell’attualità, in cui troveremo lo spunto per interrogarci intorno ai linguaggi, più o meno retorici, sviluppati in seno alle democrazie e ai cosiddetti populismi che caratterizzano l’Occidente – o meglio, quel che resta di esso.
Disappartenere
FilosofiaQuesto lavoro di ricerca si porta all’interno dell’opera di Simone Weil con l’intenzione di rispettarne, e soprattutto di esaltarne, il legame fra mistica ed esistenza, scavando fra i caratteri peculiari di quest’autrice. Tutta l’opera di Simone Weil è infatti engagée, volta a riunire, sin dalla sua stessa continuità di vita e pensiero, teoria e prassi nell’originaria sensibilità del logos. Simone Weil tende a ricomporre mistica e filosofia, proprio come per la teoria e la prassi, nella stessa percezione del mistero che fa capo alla sensibilità del logos, lungo quella linea che la condurrà a supporre un unico fondamento per il bisogno di credere e il desiderio di sapere.
L’universo amoroso
FilosofiaIl filo d’Arianna che unisce le sei conversazioni con Francesco Alberoni ci guida a una riflessione sui cambiamenti che stanno interessando le relazioni d’amore. Oggi la coppia si forma in totale libertà, senza freni né vincoli, senza costrizioni da parte della famiglia e delle leggi. Il declino del paradigma patriarcale, che ha dettato le regole per oltre duemila anni, sta lasciando emergere nuove modalità di relazione, non ancora codificate e più instabili dove il vecchio si scontra con il nuovo e con il bisogno interiore di un vero amore. L’intervista, realizzata da Cristina Cattaneo, è anche un’occasione per far incontrare la psicologia, che si occupa più delle patologie dell’amore, e la teoria di Alberoni, che ne ha indagato gli aspetti positivi e vitali; tra la spinta del mondo di oggi all’individualismo e la naturalità della coppia che tende sempre a riformarsi.