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La grandezza dell’epopea di Gonzalo Guerrero è tutta nel nome: nato spagnolo, cresciuto marinaio, poi naufrago in America durante una delle prime spedizioni nel continente, morì da guerriero.
La grandezza dell’epopea di Gonzalo Guerrero è tutta nel nome: nato spagnolo, cresciuto marinaio, poi naufrago in America durante una delle prime spedizioni nel continente, morì da guerriero. Non combattendo le popolazioni indigene, ma in battaglia contro quelli che un tempo considerava fratelli. La comunità maya che lo catturò, infatti, lo liberò e gli diede una moglie e dei figli per cui immolarsi. In anni in cui il Nuovo Mondo doveva ancora essere decifrato, Guerrero si rese protagonista di una scelta scardinante: rinunciare al ritorno tra le braccia dell’Europa, presunta unica madre di civiltà. Tale rifiuto gli assicurò all’epoca un posto da rinnegato, ma un ruolo privilegiato nella definizione della frontiera dell’identità messicana. Proprio su questo terreno Gonzalo Guerrero muoveva i suoi passi e continua ancora oggi a farlo. Un figlio di Spagna che, adottato dal Messico indigeno, diede alla luce i primogeniti del Messico che ancora oggi si vuole meticcio.
Stefano Menna, laureato in Storia presso l’Università “G. d’Annunzio” di Chieti con un lavoro di ricerca sul filosofo Michel de Montaigne, gli indios e l’Occidente, si è specializzato in Scienze Storiche all’Università degli Studi di Bologna, dedicandosi a studi storico-antropologici sul Messico indigeno. È collaboratore ai Servizi Culturali del Comune di Vasto.
Informazioni aggiuntive
Anno di pubblicazione | 2017 |
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Codice ISBN | 9788878015579 |
N° pagine | 188 |
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