Archivisti al lavoro
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Fra girandole di carte, dispute secolari e “guerre formali”, gli archivisti notai furono i custodi di un sapere professionale urbano, a partire da quando Alessandro Canobbio impresse il suo metodo sui complessi documentari veronesi. Un corpus di fonti sinora trascurate dalla storiografi a, come gli inventari d’archivio, i cartulari d’età moderna, le “cronache con documenti”, i laconici elenchi di priori e di badesse, ha disvelato un mondo vivace di scrivani al lavoro. Al centro di questa storia vi sono le forme e i significati dei documenti, la loro autenticità e gli uomini che li hanno prodotti e conservati nei secoli centrali dell’Antico Regime.
Una città di Antico Regime e gli archivi delle sue chiese e dei suoi monasteri, le reti urbane di scrittura imbastite da amanuensi, scrivani, priori e monache sono l’oggetto di questo libro, che intreccia la storia degli archivi e della documentazione con la storia intellettuale. Fra girandole di carte, dispute secolari e “guerre formali”, gli archivisti notai furono i custodi di un sapere professionale urbano, a partire da quando Alessandro Canobbio (†1608) impresse il suo metodo sui complessi documentari veronesi. Un corpus di fonti sinora trascurate dalla storiografi a, come gli inventari d’archivio, i cartulari d’età moderna, le “cronache con documenti”, i laconici elenchi di priori e di badesse, ha disvelato un mondo vivace di scrivani al lavoro. Al centro di questa storia vi sono le forme e i significati dei documenti, la loro autenticità e gli uomini che li hanno prodotti e conservati nei secoli centrali dell’Antico Regime.
Massimo Scandola, attualmente svolge attività d’insegnamento e di ricerca all’Università François-Rabelais di Tours. È stato ricercatore postdoc del CESR di Tours (2015-2016) e assegnista dell’Università di Trento (2013-2014). Ha conseguito il dottorato di ricerca in Istituzioni e Archivi all’Università di Siena (2012). È specialista di storia degli archivi e delle biblioteche, storia del libro e del documento italiano. Ha pubblicato in riviste di settore e partecipa a convegni in Europa e Canada.
Informazioni aggiuntive
Anno di pubblicazione | 2016 |
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Codice ISBN | 9788878015593 |
N° pagine | 140 |

La leggenda nera
HistoricaOpera tradotta in tutta Europa, ha influenzato il pensiero illuminista del filosofo francese Montaigne ed è stata la base, nei secoli moderni, per la ricostruzione di una coscienza storica sudamericana. Le cronache e le descrizioni contenute in essa raccontano le atrocità commesse dai conquistadores e ne hanno fatto, nel corso del tempo, uno strumento di propaganda per i nemici del colonialismo spagnolo e un elemento cardine della “leggenda nera”.

Di buoni costumi
HistoricaSi ripercorrono certi tratti della letteratura medica che, lungo tutto l’Ottocento e per gran parte del Novecento, quando entrava nella spiegazione della sessualità si impaludava in ambiguità e ristagnava in vecchie posizioni scientifiche, agendo con effetti visibili sul senso comune. Considerando la forza convincente del pensiero scientifico e senza ignorare che ancora oggi gli si consente di istruirci su certe “verità”, si spiega il determinarsi di concetti clinici che davano etichette di patologia a gran parte dei comportamenti sessuali non convenzionali, incasellati in definizioni diverse, non sempre scevri da implicazioni di carattere morale. Si delinea bene il ruolo della medicina nell’indirizzare il pensiero comune sulla sessualità normale e anormale.

Donne al lavoro nell’Italia e nell’Europa medievali (secoli XIII – XV)
HistoricaSi è sempre detto, e la maggior parte degli scritti sull’argomento non si stanca di ripeterlo, che le donne nel Medioevo lavoravano, ma lavoravano in casa, tessendo e filando, magari alla luce di una candela ricordando il passato, come ce le dipinge in una lirica Ronsard. Potevano al massimo aiutare il marito nella sua attività, e proseguirla se vedove, ma erano retribuite meno rispetto agli uomini e incapaci di sopravvivere col proprio lavoro. Tutto questo secondo l’opinione tradizionale, viziata da preconcetti e da schemi attuali proiettati sul passato.

Scioperi e rivolte nel Medioevo
HistoricaL’inaudita pressione fi scale, l’incertezza sulla destinazione del denaro riscosso, il dissenso nei confronti dei ceti dirigenti e la volontà di rappresentanza politica, le rivendicazioni salariali per aumentare compensi ormai troppo bassi, l’ingiustizia e la parzialità dei tribunali, produssero negli ultimi decenni del ’300 in tutta Europa le più sanguinose rivolte dell’epoca medievale.