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Si indaga su un cittadino “sospetto” in uno stato (l’Egitto) tormentato da trame oscure. L’atmosfera è di tipo kafkiano, non priva però di un sagace sarcasmo. L’argomento è, in sé, comune a varie società arabe.
Romanzo di netta impostazione kafkiana ambientato in un paese dove il reale potere tiene a rimanere nascosto e dove il cittadino, nella fattispecie “l’intellettuale”, si trova alla mercé di indagini oscure. La Commissione è un organismo collegiale che inquisisce su elementi “sospetti”, anche se non si sa per quale motivo. È la tipica situazione delle società medio-orientali dominate da governi di tipo autoritario. Il racconto si svolge su un tono ora realistico ora sarcastico, che rivela le capacità narrative dell’autore.
Informazioni aggiuntive
A cura di | Isabella Camera d'Afflitto |
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Anno di pubblicazione | 2003 |
Codice ISBN | 9788878013414 |
N° pagine | 132 |
Il romanzo di Ibn Khaldun
Narratori arabi contemporaneiRicostruzione romanzata degli ultimi anni di vita di un personaggio fondamentale nel panorama della vita culturale del XIV secolo, sociologo e storiografo ante litteram. Tra gli episodi più famosi della sua esistenza, memorabile rimane il suo incontro a Damasco con il feroce Tamerlano.
Un taxi per Beirut
Narratori arabi contemporaneiIn un taxi collettivo preso a Damasco, cominciano le avventure di un gruppo di occasionali compagni di viaggio che arrivano in una Beirut in cui sono ormai chiari i segni della guerra civile.
La nave
Narratori arabi contemporaneiUna crociera che parte da Beirut e tocca vari porti del Mediterraneo, da Atene a Napoli, diventa metafora per parlare della terra che ciascuno dei protagonisti, palestinesi, iracheni, libanesi, porta con sé.
L’esodo dei gabbiani
Narratori arabi contemporaneiÈ il ritratto dell’Iraq durante l’epoca di Saddam Hussein. Vengono descritti episodi di crudeltà inaudita e di violenta repressione: tutto sotteso a spiegare i motivi che spingono Muhammad al-Hadi, uno dei protagonisti, a voler lasciare la propria patria, emulando così quei gabbiani che volano via al sopraggiungere dell’inverno. Le parole dell’autore diventano infuocati strali, atti d’accusa nei confronti di un regime dispotico e di una politica oppressiva che non lascia alcuno spiraglio di salvezza. La sua voce si leva forte, distinta, dalle battute di tutti i protagonisti che scelgono di opporsi alla violenza di questo fantomatico “padre”.