14,00€ 13,30€
“Se venite a cercarmi
venite adagio, lievemente
che non si screpoli la fragile
porcellana della mia solitudine.”
Sono qui raccolte le più significative e intense poesie di Sohrāb Sepehri, il poeta mistico per eccellenza della letteratura novecentesca persiana. Pur essendo profondamente legato alla sua terra e cultura religiosa d’origine, Sepehri ha saputo raggiungere uno sguardo universale sulla condizione umana e spirituale del suo tempo, in sintonia con quanto avvenuto per altri intramontabili autori dell’Iran, tutt’ora letti e apprezzati, basti pensare a Rumi. Questa silloge, recante testo persiano a fronte e postfazione di Giuseppe Conte, è la testimonianza che la poesia, al di là dei suoi possibili confini geografici e tematici, se autentica e necessaria, riesce a scavalcare qualsivoglia distanza linguistica e culturale, arrivando dritta al cuore dei lettori di ogni tempo e paese.
Sohrāb Sepehri nato a Kāshān nel 1928 e morto a Tehran nel 1980, è uno dei massimi poeti persiani contemporanei. Dopo aver compiuto gli studi nella città natale, nel 1948 si trasferisce a Tehran – spinto dal grande amore per la pittura che, insieme alla poesia, nutrirà la sua vita artistica – dove si diploma all’Accademia di Belle Arti; comincia così a viaggiare all’estero per farsi conoscere come pittore, risiedendo per lunghi periodi a Parigi. Da sempre interessato alle vie mistico-sapienziali, a partire dagli anni Sessanta esplora l’Oriente in cerca di un Sapere capace di dissetare la propria ricerca spirituale. Nel 1965 pubblica il poema Sedā-ye pā-ye āb (Il suono dei passi dell’acqua) che, insieme alla successiva silloge Hajm-e sabz (La dimensione verde, 1967), segna la parte centrale e più significativa della sua attività poetica. Nel frattempo continua a collaborare con varie gallerie europee e americane. Tornato in patria, nel 1977 pubblica la sua intera opera poetica in un unico volume intitolato Hasht ketāb (Otto libri). Colto da un male incurabile, si spegne a soli cinquantuno anni, mantenendo uno stile di sobrietà e discrezione sino all’ultimo. Alla sua celebre lirica Indirizzo è ispirato il film Dov’è la casa del mio amico? del regista Abbas Kiarostami.
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9788878018778 |
---|---|
N° pagine | 156 |
Anno di pubblicazione | 2022 |
A cura di | Faezeh Mardani e Francesco Occhetto |
Postfazione di | Giuseppe Conte |

Questo istante presente
EupalinosUn viaggio attraverso nodi d’albero, dipinti su pergamena, vecchi amici, genealogia sociale, mitologia profonda, inconvenienti tecnologici e connettività ecologica.

Inni universali di pace dalla Palestina – Elogio dell’ombra alta
EupalinosL’opera di Mahmud Darwish è un luogo d’incontro in cui il poeta legge e traduce una realtà, quella della Palestina, con linguaggio universale. Il suo esilio è l’esilio di tanti popoli che hanno un’importante sfida da accettare: lasciar dialogare le diversità e considerarle una preziosa ricchezza. Le poesie raccolte in questo volume ci parlano della vita raminga di Darwish a partire dall’età di sette anni, del suo impegno senza tregua per la propria terra attraverso lo scrivere e il comunicare.

Le mie poesie più belle
EupalinosUna raccolta speciale perché frutto di una selezione compiuta dallo stesso Qabbani.

Il programma del pane. Come lievita la poesia
EupalinosLa parola poetica come lievito per produrre una società armonica e materna, in un universo che emetta calore come un focolare domestico.