Lettera di un medico arabo
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“Scrivo la lettera da questa famosa metropoli [Parigi], spinto da un sincero desiderio di convincervi ad abbracciare la verità; e sono incoraggiato a farlo da quelle conversazioni che abbiamo avuto insieme riguardo alla religione del mio Paese e al suo grande fondatore, Maometto, su di lui la benedizione di Dio.”
Lettera di un medico arabo (1706) è un testo enigmatico, di cui la presente edizione rappresenta la prima traduzione italiana. Pubblicato anonimamente, ma riconducibile alla penna di John Toland, è un agile opuscolo in difesa della ragionevolezza della religione islamica contro i pregiudizi degli europei dell’epoca. Circolò nei gruppi proto-massonici del primo Settecento, spesso allegato allo Spaccio de la bestia trionfante di Giordano Bruno e al Discorso sul libero pensiero di Anthony Collins. Il dettaglio con cui nel testo vengono affrontate alcune caratteristiche della religione islamica, nonché la difesa di una asserita tolleranza islamica contro il settarismo delle chiese cristiane, è di estremo interesse per ricostruire l’evoluzione del concetto di tolleranza religiosa che stava emergendo in Europa proprio in quegli anni. Nel complesso, Toland mette in ridicolo i pregiudizi della propria epoca e indica nella ragione la guida più sicura per sfuggire a fatali errori di valutazione. Segue in Appendice la prima traduzione italiana di un estratto della lettera di un commerciante arabo, Muhammad D’Ghies, letta presso la Convenzione Nazionale di Parigi nel 1795, strumento utile per comprendere l’influenza islamica sul pensiero rivoluzionario francese.
In Appendice un estratto della lettera di Muhammad D’Ghies letta presso la Convenzione Nazionale di Parigi (21 aprile 1795)
John Toland (1670-1722) è uno dei massimi rappresentanti del deismo inglese. Freethinker, repubblicano e panteista, è stato un irregolare nella società e nella cultura ufficiale del suo tempo. Tra le sue opere più rilevanti: Il cristianesimo senza misteri (1696), Lettere a Serena (1704), Adeisidaemon (1709), Nazareno (1718) e Pantheisticon (1720).
Giacomo Maria Arrigo (Messina, 1992) è assegnista di ricerca presso la Facoltà di Filosofia dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, dove collabora con lo European Centre for Social Ethics e la Philosophy & Business Unit. Ha tradotto e curato opere di Edmund Burke e di Anthony Collins.
Informazioni aggiuntive
Anno di pubblicazione | 2025 |
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N° pagine | 92 |
A cura di | Giacomo Maria Arrigo |
Traduzione di | Giacomo Maria Arrigo |
Prefazione di | John Nawas |
Postfazione di | Ian Coller |