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“Sulle coste occidentali dell’Italia c’è una baia. Montagne in fiamme. Considerare la mostruosa assenza di rimorsi nella natura – le distruzioni della guerra – città bruciata… Si penserebbe, invero, che gli abitanti di qualsiasi città moderna costruita in questi luoghi debbano essere intristiti dalla vista di queste cose. Ma no. È la più gaia città del mondo. Non ci sono equipaggi più splendidi di questi, né beltà più altezzose… ‘Lasciateci mangiare, bere e stare allegri perché domani dovremo morire’ – questo sembra essere l’insegnamento che i napoletani hanno tratto dallo scenario in cui vivono.”
Turbato dall’insuccesso dei suoi ultimi libri – tra cui Moby Dick, un capolavoro per i posteri, apparso troppo in anticipo sul suo tempo –, Melville nel 1857 progetta un viaggio in Terrasanta. Prima, però, coglie l’occasione per risalire la penisola italiana, partendo dalla Sicilia. È durante questo viaggio che annota scrupolosamente sensazioni e pensieri sul Bel Paese e sui luoghi che visita, confluiti in una narrazione in tempo reale. Ed è proprio tra le pagine di questo diario che emerge l’animo tormentato ma anche geniale del grande scrittore americano che ci regala in poche telegrafiche parole illuminanti squarci del nostro Paese.
Herman Melville (New York, 1819-1891), scrittore statunitense, tra le maggiori personalità dell’Ottocento americano, ha esplorato le problematiche basilari dell’esistenza come il rapporto tra uomo e natura, i limiti della morale comune, l’essenza del male.
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9788878017818 |
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N° pagine | 108 |
Anno di pubblicazione | 2021 |

Il fornaio
FinzioniSergey si arruola tra i miliziani del Donbass e sparisce. Così inizia il viaggio ostile e gelido di Maksim, tra posti di blocco, sbronze, arresti, paesi devastati, una prima linea dura da digerire, bombardamenti, fame e delusioni.

Argotier
FinzioniArgotier: un saggio di letteratura comparata che ha come spunto emblematico il Louis-Ferdinand Céline innovatore ‘argotico’ del linguaggio letterario posto a confronto con altri autori e con le vicende storiche novecentesche riflesse nel nostro tempo. Céline non è quel tipo di romanziere che narrando dimentica se stesso. Piuttosto, valorizzando in funzione stilistica le possibilità espressive del linguaggio, i neologismi e gli argotismi, le assonanze o gli echi prodotti dalle parole, egli vuole attirare i lettori dentro la propria soggettività delimitatrice dell’orizzonte d’un reale che lo stesso autore – velleitario ideologo e imperfetto politico, moralista paradossale, filosofo anomalo e mistico ateo, ma, alla fine, scrittore inarrivabile – non affabula bensì “presenta” a tutto tondo.

I vizi capitali
FinzioniRipartiti in sette capitoli corrispondenti ai vizi capitali elencati dalla dottrina cattolica, questi venti racconti confermano la raffinata capacità dell’autore di mettere in scena, con tinte ora drammatiche ora fantastiche ora tragicomiche, un ampio ventaglio di personaggi, situazioni, vicende.

E chi se ne frega di Meryl Streep!
FinzioniScrivere oggi sul tema della sessualità nei paesi arabi è cosa comune, ma riuscire a farne un piccolo capolavoro, in cui tutto è detto senza veli ma con garbo e ironia, come ha fatto Rashid Daif, è raro. Da una parte c’è Rashud, un conservatore tradizionalista che cerca a suo modo di combattere la globalizzazione, e sua moglie dall’altra. In mezzo, il loro matrimonio che si consuma in una società in cui sono evidenti le lacerazioni familiari, sociali e ideologiche.