Terra di fichi d’india
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“‘Risolverà tutto Dio’ fece lui scherzoso.
‘Siamo noi che risolveremo tutto’ replicò seria.
Usama la esaminò attentamente:
‘La vita è difficile, non è così? E a volte l’uomo è costretto ad abbassare la testa.’
Lei sollevò gli occhi, gli prese i libri dalle mani:
‘I forti non abbassano la testa.’
‘E tu sei forte?’
‘Ci provo’ sorrise. ‘E tu?’
‘Ci provo anch’io.’”
Nella Palestina occupata, Nablus diventa un palcoscenico per le vite di Usama e Adel, cugini che rappresentano le sfumature di un’identità collettiva segnata dalla sofferenza. Usama, tornato da un lungo viaggio, incarna un idealismo ardente e la lotta per la propria terra, mentre Adel, con le cicatrici della prigionia, vive un pragmatismo forzato. Questo incontro, tra contrasti apparenti di fanatismo e moderazione, consente un’analisi profonda delle scelte che una comunità deve affrontare nella quotidiana lotta per la dignità e la libertà. Sahar Khalifa, attraverso una narrazione incisiva, evidenzia le contraddizioni umane e la necessità di compromessi per raggiungere una pace auspicata, rendendo quest’opera immancabile per chi desidera comprendere le complessità della condizione palestinese.
Sahar Khalifa (Nablus, Cisgiordania, 1941) è una delle scrittrici palestinesi più famose, nota per aver dato voce alle popolazioni dei territori occupati. È stata la vincitrice del premio Alberto Moravia per la letteratura straniera nel 1996. In Italia sono stati pubblicati i romanzi La svergognata, La porta della piazza, Una primavera di fuoco e L’eredità.
Informazioni aggiuntive
| Anno di pubblicazione | 2025 |
|---|---|
| N° pagine | 214 |
| Presentazione di | Dacia Maraini |
| Immagine di copertina | My Mother © Malak Mattar |
| Traduzione di | Claudia Costantini |




