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Ventuno racconti suddivisi in sette capitoli o stanze di vario respiro e colore, dalla crudeltà alla vecchiezza, dalla rassegnazione alla nostalgia, che nel complesso esprimono la malinconia e lo slancio inconsapevole della vita, il tormento della ricerca, la disperazione dell’esilio, il cieco strazio dell’infermità, la nostalgia dei giorni sereni.
Ventuno racconti suddivisi in sette capitoli o stanze di vario respiro e colore, dalla crudeltà alla vecchiezza, dalla rassegnazione alla nostalgia, che nel complesso esprimono la malinconia e lo slancio inconsapevole della vita, il tormento della ricerca, la disperazione dell’esilio, il cieco strazio dell’infermità, la nostalgia dei giorni sereni. La ricca tavolozza di queste storie, che variano dal surreale al fantastico, dal realistico all’insolito, dal fi abesco allo spietato, costituisce una lettura fascinosa e talora sorprendente. Inserendosi nella grande tradizione italiana del racconto, dopo le precedenti raccolte pubblicate da Jouvence, Antidecalogo e I vizi capitali, questa antologia conferma ancora una volta Giuseppe O. Longo tra i più importanti autori del nostro panorama letterario.
Giuseppe O. Longo, Professore emerito di Teoria dell’informazione all’Università di Trieste, svolge un’intensa ricerca nel settore della comunicazione e una vivace attività di conferenziere e di divulgatore. Da qualche anno si occupa soprattutto delle conseguenze socioculturali delle tecnologie digitali, della robotica e dell’intelligenza artifi ciale, temi su cui ha pubblicato molti articoli e diversi saggi, tra cui Il simbionte. Prove di umanità futura (Mimesis). All’attività scientifi ca ha a ancato una cospicua produzione letteraria, pubblicando tre romanzi, tra cui La gerarchia di Ackermann (Jouvence), tredici raccolte di racconti e tre volumi di opere teatrali, molte delle quali sono state messe in scena o trasmesse alla radio. Ha vinto numerosi premi letterari. È traduttore e attore.
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9788878017252 |
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N° pagine | 244 |
Anno di pubblicazione | 2020 |
Claudio Toscani – Avvenire, 29 settembre 2020
“Longo, stanze che sono luoghi dell’ignoto”
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Paolo Marcolin – Il Piccolo, 12 settembre
“Nelle sette stanze di Giuseppe O. Longo”
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Imparo gli scacchi
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