20,00€ 19,00€
“Nonostante il suo enfatico ‘ho sete dell’Utopia di More’, giunto nel 1518 quasi inatteso, Lutero era rimasto ai margini del dibattito in corso sui dialoghi politici di Platone e sul capolavoro moreano. […] Tuttavia, nell’ambiente stesso dei suoi seguaci, germogliavano istanze – a volte anche insospettabili o imprevedibili – di trasformazione radicale della società, in cui sembra evidente il nesso con le idee di Platone e di More, senza dimenticare che di lì a poco sarebbe esplosa la rivolta dei contadini appoggiata da Thomas Müntzer.”
La diffusione dell’Utopia di Thomas More coincide con momenti di straordinaria tensione politica e sociale. La sua fortuna editoriale, col favorire un’ampia circolazione delle idee dell’autore anche negli ambienti vicini
alla Riforma radicale, poteva suscitare prima o poi il desiderio di tradurle in pratica. Quando ai primi di maggio del 1525 apparve il libretto luterano contro i contadini tedeschi, la loro rivolta aveva raggiunto la massima espansione. Lutero attaccava con veemenza Thomas Müntzer, associandolo ai contadini nell’accusa di banditismo per delegittimarne l’azione e smascherarlo come falso profeta. Müntzer possedeva tuttavia una cultura notevole e conosceva Erasmo, Platone e probabilmente anche More. La condivisione dei beni, che avvicinava Platone e l’umanista More al cristianesimo evangelico, sarà per il riformatore di Allstedt – diventata l’anti-Wittenberg – un sogno profetico da realizzare in un Regno terreno di Cristo senza empi e peccatori, regolato da principi di moralità e giustizia in coerenza con la parola di Dio. Ma Lutero, con la sua realistica apologia della repressione, poneva le premesse teoriche per il massacro di Frankenhausen e la nascita di un ethos militare della Riforma.
Stefano Zen, PhD in Storia della società europea, ha conseguito l’abilitazione scientifica nazionale a professore associato di Storia moderna. Attualmente è dirigente scolastico e professore di Storia moderna presso l’Università Telematica Pegaso. Si occupa in prevalenza di storia politica e culturale, della vita religiosa e delle controversie, di santità e istituzioni ecclesiastiche, delle relazioni tra Chiesa e Stati, dei nessi tra utopia e Riforma, di dissenso e controllo sociale, dei rapporti tra scienza e religione. Tra i suoi libri si ricordano Baronio storico. Controriforma e crisi del metodo umanistico (Napoli 1994), Monarchia della verità. Modelli culturali e pedagogia della Controriforma (Napoli 2002), Oratori devoti, combattenti spirituali, soldati di Cristo. Percorsi della perfezione cristiana in Italia nella prima età moderna (Napoli 2012), Maria Gaetana Agnesi tra Newton e Leibniz. Scienza, religiosità e autonomia femminile nell’Italia del Settecento (Roma 2017); con Luigi Gulia e Ingo Herklotz ha curato Società, cultura e vita religiosa in età moderna. Studi in onore di Romeo De Maio (Sora 2009).
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9788878016217 |
---|---|
N° pagine | 352 |
Anno di pubblicazione | 2021 |

La leggenda nera
HistoricaOpera tradotta in tutta Europa, ha influenzato il pensiero illuminista del filosofo francese Montaigne ed è stata la base, nei secoli moderni, per la ricostruzione di una coscienza storica sudamericana. Le cronache e le descrizioni contenute in essa raccontano le atrocità commesse dai conquistadores e ne hanno fatto, nel corso del tempo, uno strumento di propaganda per i nemici del colonialismo spagnolo e un elemento cardine della “leggenda nera”.

Unità diritto libertà
HistoricaL’insegnamento della storia della Repubblica di Weimar è che nessuna comunità può resistere alle sfide politiche ed economiche a cui è soggetta senza istituzioni autorevoli e riconosciute come tali dai cittadini.

Donne al lavoro nell’Italia e nell’Europa medievali (secoli XIII – XV)
HistoricaSi è sempre detto, e la maggior parte degli scritti sull’argomento non si stanca di ripeterlo, che le donne nel Medioevo lavoravano, ma lavoravano in casa, tessendo e filando, magari alla luce di una candela ricordando il passato, come ce le dipinge in una lirica Ronsard. Potevano al massimo aiutare il marito nella sua attività, e proseguirla se vedove, ma erano retribuite meno rispetto agli uomini e incapaci di sopravvivere col proprio lavoro. Tutto questo secondo l’opinione tradizionale, viziata da preconcetti e da schemi attuali proiettati sul passato.

L’enigma di Filippo il Bello
HistoricaLa storia di Filippo il Bello è una catena di enigmi, il primo dei quali è lo stesso protagonista.