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Ripartiti in sette capitoli corrispondenti ai vizi capitali elencati dalla dottrina cattolica, questi venti racconti confermano la raffinata capacità dell’autore di mettere in scena, con tinte ora drammatiche ora fantastiche ora tragicomiche, un ampio ventaglio di personaggi, situazioni, vicende.
Ripartiti in sette capitoli corrispondenti ai vizi capitali elencati dalla dottrina cattolica, questi venti racconti confermano la raffinata capacità dell’autore di mettere in scena, con tinte ora drammatiche ora fantastiche ora tragicomiche, un ampio ventaglio di personaggi, situazioni, vicende. La lingua di
queste narrazioni esemplari, sempre adeguata al tema trattato, è oggetto di una cura estrema: il risultato è una grande fluidità sostenuta da un ritmo in cui ogni sillaba è pesata e disposta con gusto sicuro.
Dall’accidia mortale de La condizione umana alla greve e crudele seduzione de Il nome della città, dall’erotismo voyeuristico e lenticolare de Il periscopio alla pirotecnica e dolente vicenda di Ménage à trois, dall’esasperato tormento di Gildo alla barbara e ingiustificabile segregazione de Il buon esempio, il prisma multicolore di questo libro vario, affascinante e talora sorprendente, colloca ancora una volta Giuseppe O. Longo tra i narratori più validi del panorama italiano.
Giuseppe O. Longo è professore emerito di Teoria dell’informazione all’Università di Trieste. S’interessa della comunicazione in tutte le sue forme. In particolare si occupa di teoria dell’informazione, di epistemologia, di intelligenza artificiale e delle conseguenze socioculturali delle tecnologie della mente. Tra i suoi libri ricordiamo: Il nuovo Golem. Come il computer cambia la nostra cultura (2003) e Il simbionte. Prove di umanità futura (2013). Apprezzato scrittore e drammaturgo, ha pubblicato tre romanzi, undici raccolte di racconti e una raccolta di drammi teatrali. Con Jouvence Antidecalogo (2015) e La gerarchia di Ackermann (2016).
Pietro Spirito – “Il Piccolo”, 28 maggio 2018
“Giuseppe O. Longo e i suoi vizi capitali”
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Claudio Toscani – “Avvenire”, 13 giugno 2018
“Il poliedrico Longo narra i vizi capitali in forma letteraria”
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Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9788878015999 |
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N° pagine | 210 |
Anno di pubblicazione | 2018 |

Wolf Messing
FinzioniLo strano personaggio di cui parla il libro è Wolf Messing. Paragnosta, sensitivo e veggente, la cui vicenda personale sarebbe rimasta confinata nell’ambito oscuro e banale del mondo dei circhi equestri e degli spettacoli sensazionalistici, se non fosse che, per le sue capacità straordinarie e il suo indubbio talento, venne a contatto con personaggi del calibro di Freud ed Einstein e il suo destino finì per incrociarsi con quello di Hitler e Stalin. “Se Hitler invade la Polonia, di lì a qualche anno morirà”, così disse. Hitler ne venne a conoscenza e mise una taglia di 200.000 marchi sulla testa di Messing per verificare l’attendibilità del veggente e sfruttare i suoi poteri. Messing cercò riparo in Unione Sovietica, dove fu Stalin a reclamarlo, catturato anch’egli dalla sua fama e intrigato dal modo in cui questo piccolo uomo avrebbe potuto aiutare l’Unione Sovietica.

Babbo chef
FinzioniIl gusto si forma nei primi anni di vita: ecco servita una fonte inesauribile di suggerimenti, indicazioni pratiche e fantasie culinarie per soccorrere quei “cuochi”, già mamme e papà ma non ancora chef, che vogliono soddisfare le esigenze dei loro piccoli “buongustai”. E come recita un vecchio detto: Buon appetito, piatto pulito!

Matto per la regina
FinzioniUn manuale che parte dalle regole base e via via porta lo studente ad approfondire tutti i temi della partita, suggerendo le giuste strategie e offrendo una serie di esempi che permettono – volendo – di arrivare a poter giocare a livello agonistico.

La gerarchia di Ackermann
FinzioniFra le stregate geometrie di Longo, che congiungono Trieste e Budapest, l’Europa e il Mondo, scorre un fiume impetuoso di ricordi che sgorgano dai sedimenti limacciosi del tempo: un enigmatico plico giunto dall’Ungheria fa tornare alla mente del matematico triestino Guido Marenzi una storia d’amore e di follia che ha vissuto a Budapest vent’anni prima e dalla quale è uscito spezzato.