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In questo romanzo, Adolf viene descritto fino all’età di trent’anni come un soggetto un po’ nevrotico, sì, ma per il resto normale. Normale, non comune. Perché, nonostante i suoi limiti, mostra di possedere quelle caratteristiche che Thomas Mann fu costretto suo malgrado a riconoscergli in Fratello Hitler: le caratteristiche che solitamente contraddistinguono l’artista. E a farlo diventare quello che infine diverrà non saranno solo e in primo luogo le predisposizioni personali o le circostanze storiche, ma i Tedeschi, con quella miscela unica di stolta fede nell’autorità e presunto idealismo che dei piccolo-borghesi ignari fece dei criminali esecutori di ordini.
In questo romanzo, Adolf viene descritto fino all’età di trent’anni come un soggetto un po’ nevrotico, sì, ma per il resto normale. Normale, non comune. Perché, nonostante i suoi limiti, mostra di possedere quelle caratteristiche che Thomas Mann fu costretto suo malgrado a riconoscergli in Fratello Hitler: le caratteristiche che solitamente contraddistinguono l’artista. E a farlo diventare quello che infine diverrà non saranno solo e in primo luogo le predisposizioni personali o le circostanze storiche, ma i Tedeschi, con quella miscela unica di stolta fede nell’autorità e presunto idealismo che dei piccolo-borghesi ignari fece dei criminali esecutori di ordini.
Tutti gli elementi essenziali su cui poggia la trasfigurazione letteraria non sono in ogni caso immaginari, ma rigorosamente documentati. E, se l’autore ha voluto, in certi momenti, accentuare
un poco la coscienza che Hitler ha di sé e della sua situazione, questo artificio serve unicamente a far meglio risaltare la tragica simbiosi tra il dittatore e le masse.
Johann Lerchenwald, di padre tedesco e madre austriaca, ha vissuto a lungo in Italia. Ha compiuto studi filosofi ci ed П traduttore letterario e autore di romanzi e saggi, tra cui Elogio della sincerità (2016), Vent’anni prima (2012), Diario di un cameriere ovvero usi e costumi dei Germani (2009).
Informazioni aggiuntive
Codice ISBN | 9788878017153 |
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N° pagine | 245 |
Anno di pubblicazione | 2020 |
Presentazione di | Franco Cardini |
Librinews.it, 6 novembre 2020
“H – Come Hitler vedeva i suoi tedeschi: presentazione e intervista a Johann Lerchenwald”
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Vito Punzi – Avvenire, 16 luglio 2020
“Scrivere un romanzo dalla parte di Hitler? Un gioco pericoloso”
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Gabriele Ottaviani – Convenzionali, 23 aprile 2020
“«H»: intervista con l’autore”
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Giovanni Sessa – heliopolisedizioni.com, 14 marzo 2020
“Hitler e i tedeschi. Una biografia romanzata”
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Gianluca Massimini – lankenauta.it, 12 marzo 2020
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Francesca Barile – sololibri.it, 28 gennaio 2020
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Donatella De Filippo – libri.icrewplay.com, 11 gennaio 2020
“Novità in libreria: H Come Hitler vedeva i suoi tedeschi di Johann Lerchenwald”
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J.S. Bach il musicista poeta
Fuori orarioBach è stato un poeta nell’animo. Così lo definisce Albert Schweitzer in questo libro che non è né un’opera biografica né uno studio estetico, ma una sicura guida per l’interpretazione delle opere del grande maestro. Secondo il celebre musicologo, Bach, quando esamina un testo, cerca soprattutto di metterne in luce la poesia. Lo sviscera e lo approfondisce fino a trovare quella che a lui sembra l’idea essenziale, che si propone di illustrare.

Una tragica giovinezza
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I misteri dei mondi perduti
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Le figlie di Abramo
Fuori orarioMolti secoli fa, partendo dalla Rivelazione gli uomini (maschi) hanno enunciato le norme religiose – talvolta con estrapolazioni molto libere rispetto ai testi sacri – a cui sono poi seguite le leggi civili e le inevitabili percezioni di giusto/sbagliato, permesso/vietato, che riguardano tanto la società nella sua interezza quanto il singolo individuo che le declina in funzione della propria storia, della propria cultura e della propria sensibilità. Nei secoli, queste regole hanno spesso creato notevoli differenze tra maschi e femmine e solo oggi − e comunque soltanto in alcune parti del mondo − le discriminazioni di genere sembrano avviate verso il tramonto.