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Un saggio affascinante per immergersi nel mondo concepito dai Greci e dai Romani ed esplorarne i limiti e i conseguenti riflessi sul modo di pensare.
I limiti spaziali corrispondono a qualcosa di molto più importante di un mero confine geografico: corrispondono a un modo di pensare, se stessi e gli altri. Questo libro, incisivo e brillante, racconta l’idea greco-romana di geografia terrestre, a partire dai concetti di “spazio” e “limite”. Se il limite è ciò che consente allo spazio indifferenziato di divenire “luogo”, scoprire come gli antichi concepivano il rapporto tra questi due termini, si rivela fondamentale per conoscere la loro mentalità rispetto ai grandi temi dell’identità e dell’abitare la Terra. Un saggio affascinante per immergersi nel mondo concepito dai Greci e dai Romani ed esplorarne i limiti e i conseguenti riflessi sul modo di pensare.
James S. Romm (New York 1958), dopo aver studiato a Yale e Princeton, dal 1990 insegna letteratura classica al Bard College di Annandale (NY). Si occupa soprattutto di storia greco-romana ed è autore di apprezzate monografie, tra le quali citiamo: Herodotus (1998) e Ghost on the Throne: The Death of Alexander the Great and the War for Crown and Empire (2011).
Informazioni aggiuntive
Anno di pubblicazione | 2016 |
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Codice ISBN | 9788878015326 |
N° pagine | 258 |

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