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Questo volume raccoglie gli scritti di argomento musicale prodotti da Julius Evola tra il 1936 e il 1971 e pubblicati su testate giornalistiche quali “Roma”, “Corriere Padano”, “Il Regime Fascista”, “Il Popolo Italiano”, “Rivolta Ideale” fino a culminare nel testo qui in appendice che riproduce un capitolo di Cavalcare la tigre, libro fondamentale per conoscere il pensiero del filosofo romano.
Questo volume raccoglie gli scritti di argomento musicale prodotti da Julius Evola tra il 1936 e il 1971 e pubblicati su testate giornalistiche quali “Roma”, “Corriere Padano”, “Il Regime Fascista”, “Il Popolo Italiano”, “Rivolta Ideale” fino a culminare nel testo qui in appendice che riproduce un capitolo di Cavalcare la tigre, libro fondamentale per conoscere il pensiero del filosofo romano. L’esposizione in ordine cronologico e il relativo apparato critico permettono di conoscere le riflessioni musicologiche e quelle correlate di costume del filosofo, avendo come sfondo gli stravolgimenti storici, politici e di pensiero del Novecento. I fenomeni e le teorie musicali sono sempre analizzati in rapporto al clima culturale di cui sono espressione e l’autore non risparmia mai il suo punto di vista agendo con spirito costruttivo anche quando la critica si fa serrata. La mitologia wagneriana viene demistificata in quanto si nutre di fonti spurie e seriori mentre la fase aurorale del jazz viene esaltata come contributo positivo alla dissoluzione della musica romantica. I ritmi dell’Europa centrale vengono contrapposti al dilagare dei balli sudamericani mentre una critica impietosa viene svolta ai danni della produzione canzonettistica di massa, che a parere dell’autore annega nel luogo comune e, manifestando una tendenza tuttora prevalente, ci fa apprezzare la capacità di Evola di guardare avanti. Testi specialistici si alternano a pezzi di costume e proprio in ciò consiste la gradevolezza della lettura, perché si apprezza come il fi losofo si sappia confrontare col quotidiano ben al di là delle posizioni formali.
Julius Evola (1898-1974) è stato artista, filosofo, teorico politico, viaggiatore e saggista dalla penna elegante e prolifica. La sua opera non si compone solamente di una imponente serie di libri ricchi di spunti originali in cui l’autore agisce da precursore e da faro che illumina prospettive non consuete, ma anche di una altrettanto vasta opera pubblicistica che l’ha portato a collaborare con numerose testate di respiro nazionale e a spaziare in vari campi dell’osservazione sociale e di costume. Quale testimone culturale del Novecento, Evola ha detto la sua anche sulla musica.
Questo volume, già pubblicato nel 1999 dalla Fondazione “Julius Evola” e oggi ripresentato arricchito di alcuni contributi e apparato critico, raccoglie gli scritti d’argomento musicale finora noti e li dispone in ordine cronologico. Opera wagneriana, atonalità, dodecafonia, jazz, canzone romantica, ritmi centroeuropei sono solo alcuni degli argomenti affrontati che, esposti con rigore e passione, accompagnano il lettore in una serie di considerazioni “inattuali” in quanto, secondo una prospettiva tipicamente evoliana, coerentemente “tradizionali”.
Sabrina Giannone – archiviostorico.info, 20 marzo 2018
“Da Wagner al jazz”
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Francesco Marotta – barbadillo.it, 25 gennaio 2018
“Cultura. Perché leggere Julius Evola con sottofondo di musica jazz”
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Mattia Rossi – “Il Giornale”, 17 gennaio 2018
“Evola amava il jazz, non le canzonette”
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Carlo Melato – “La Verità”, 2 gennaio 2018
“Quando Julius Evola provò a salvare dalla censura nazista la musica jazz”
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Michele Ricciotti – barbadillo.it, 1 gennaio 2018
“Libri. Da Wagner al Jazz: gli scritti sulla musica di Julius Evola”
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Informazioni aggiuntive
A cura di | Piero Chiappano |
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Anno di pubblicazione | 2017 |
Codice ISBN | 9788878015890 |
N° pagine | 186 |
Prefazione di | Massimo Donà |
Aurora Consurgens
SophiaL’attribuzione dell’Aurora consurgens al sommo teologo della cristianità ancora oggi è oggetto di dibattito. Ci resta in ogni caso un testo di grande potenza visionaria, un capolavoro dell’alchimia medievale e di tutti i tempi. È molto credibile l’ipotesi secondo cui ne sarebbe l’autore il Doctor Angelicus, soprattutto se si pensa al suo ultimo travagliato anno di vita. Dopo aver posto per decenni l’esperienza tangibile al centro del processo cognitivo, illuminato da Dio, – proponendo di fatto la non contraddittorietà tra scienza e fede – e dopo aver cercato con il suo pensiero dei punti di raccordo tra platonismo e aristotelismo, Tommaso ebbe un’esperienza mistica conturbante
Orfeo sconsacrato
SophiaChi era Orfeo? Il marito innamorato, il poeta eccelso che tenta di strappare alla morte la sua amata Euridice e viene sconfitto; così risponderebbero giustamente molti lettori. Eppure il citaredo più famoso del mondo antico indossò svariate vite nel corso dei secoli, la gran parte delle quali sommerse dalla nota vicenda che lo vide protagonista. Il saggio di Danilo Laccetti ripercorre con piglio narrativo le molteplici trasformazioni della figura di Orfeo, un viaggio affascinante a partire dalla “foce”, ovverosia l’età augustea, quando Virgilio e Ovidio sigillarono il mito nella forma a noi più nota.
La grande opera di Giuseppe Arcimboldo
SophiaGiuseppe Arcimboldo è un artista che nei secoli ha conosciuto momenti alterni di notorietà e oblio. La sua riscoperta parte ora da una domanda certamente insolita: fu alchimista? Artista eclettico e cosmopolita, visse la Milano del tardo Rinascimento e la Praga misteriosa dell’Imperatore Rodolfo II. Nelle sue opere confluiscono nozioni di biologia, di astrologia e astronomia, cabalistiche, sufi, gnostiche, cosmologiche e naturalmente alchemiche.
Le muse ermetiche
Sophia“L’esoterismo è parte integrante del patrimonio culturale delle società occidentali. Essendo la letteratura espressione diretta della cultura di un’epoca, ne deriva che questa e il pensiero esoterico debbano necessariamente entrare in contatto in qualche momento del loro sviluppo storico. Nel periodo a cavallo tra Ottocento e Novecento si ebbe in Italia un intreccio particolarmente fecondo tra questi due rami dell’albero della conoscenza umana, i cui frutti diedero nuova energia al rinnovamento culturale in atto sulla penisola. Questo lavoro si inserisce in quel filone di studi sull’esoterismo occidentale il cui scopo è chiarire i rapporti esistenti tra l’occultismo e la letteratura italiana, in questo caso specifico tra XIX e XX secolo. In questo periodo, infatti, l’interesse per la dimensione occulta della realtà da parte di autori e intellettuali (tra cui spiccano i nomi di Pirandello, D’Annunzio, Pascoli, Capuana, Fogazzaro, Onofri ecc.) non fu solo una moda passeggera o un fenomeno di importanza marginale, ma il segno evidente di un interesse profondo e tale da influenzare in modo significativo la loro produzione letteraria e la cultura del tempo.”