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“COMPITO DEL PROLETARIATO È QUELLO DI DISTRUGGERE LA LINEA DI DEMARCAZIONE FRA GLI ARTISTI, CHE DETENGONO IL MONOPOLIO DI UNA CERTA QUAL ‘BELLEZZA’, E LA SOCIETÀ NEL SUO INSIEME, E DI RENDERE I METODI DELL’EDUCAZIONE ARTISTICA METODI DI EDUCAZIONE UNIVERSALE DELLA PERSONALITÀ SOCIALMENTE ARMONICA.”
Boris Arvatov, intellettuale poliedrico, è una figura cruciale nel primo periodo della cultura sovietica. Al centro del suo pensiero si intrecciano pratica e teoria, nell’idea che arte e vita debbano tornare a fondersi in un tutto unico, superando le barriere imposte dalla cultura borghese. Nonostante la sua importanza, Arvatov è tuttora poco studiato, al punto tale che manca una sua biografia completa e affidabile. Questa antologia è un’opera cruciale, poiché propone una selezione di articoli che permettono di comprendere il pensiero del critico e insieme di seguirne l’evoluzione nel tempo. In questa nuova edizione, il corpus dei testi è arricchito da una versione ridotta dell’opera maggiore di Arvatov, la monografia dedicata a Vladimir Majakovskij scritta tra il 1923 e il 1931 e rimasta finora inedita in Italia.
Boris Arvatov (1896-1940) è uno dei critici fondamentali della cultura proto-sovietica. Nel 1919 circa entra a far parte del Proletkul’t di Mosca, dove svolge importanti mansioni di insegnamento e organizzazione dell’attività teatrale. Successivamente collabora con le principali realtà creative del periodo, come il Fronte di Sinistra delle Arti di Majakovskij. Nel 1923 gli viene diagnosticata una malattia del sistema nervoso e la sua attività si fa sempre più intermittente, fino a interrompersi del tutto verso il 1931. Muore suicida nel 1940.
Informazioni aggiuntive
Anno di pubblicazione | 2023 |
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Codice ISBN | 9788878019324 |
N° pagine | 274 |
A cura di | Guido Carpi e Virginia Pili |
Magia, scienza, religione
LascauxFrutto del periodo trascorso da Bronisław Malinowski tra gli indigeni della Nuova Guinea, quest’opera offre al lettore una vivida panoramica delle credenze religiose e magiche e del rapporto con la scienza di questo popolo. L’approccio dell’autore mette a confronto i concetti fondamentali dell’etnografia e contrasta la comprensione tradizionale della cultura primitiva nel modo più lucido.
L’immortale spirito della natura
Lascaux“ESISTEREBBE UN ORGANINO SE NON CI FOSSERO DELLE MELODIE? SENZA NON LO SI PUÒ NEANCHE IMMAGINARE. COSÌ IL CERVELLO DELL’UOMO PUÒ INTENDERSI SOLTANTO SE IN LUI SI SCORGE LA PARTITURA DELL’UMANO SPIRITO. CON QUESTO IL PENSIERO DELL’IMMORTALITÀ È DEFINITO IN UN UNICO SENSO.”
Dallo sciamano al raver
LascauxLa transe, che durante il XIX secolo era collegata a esperimenti medianici e ipnotici, è diventata oggetto di ricerche etnologiche. Oggi in Occidente essa non riguarda più solo pochi specialisti e affiora nella nostra società. Tuttavia, l’attuale movimento della transe manca di basi teoriche: può cominciare a costruirle, sostiene Lapassade, se inizia a interessarsi realmente a ciò che accade in altre culture, ritrovando dispositivi, procedure iniziatiche e tecniche nella prospettiva di una ripresa creativa e consapevole delle proprie risorse vitali.