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“La follia è una delle forme della ragione: non acquista significato né valore se non nel campo stesso della ragione. La peggiore delle follie consiste nel non comprendere la debolezza che abita in noi e che ci impedisce di accedere al vero e al bene. Ed è proprio alla ragione che si può chiedere di accettare questo cerchio continuo della saggezza e della follia, per arrivare a essere chiaramente coscienti della loro reciprocità e della loro impossibile separazione. La ragione non è esente dal compromesso con la follia: essa è obbligata a percorrere le vie che questa le traccia.”
La follia, avvolta da timori e fraintendimenti, rivela un aspetto enigmatico: un ordine interno di pensieri che sfida la convenzionale razionalità. La filosofa Simona Manganaro ci guida attraverso un intricato sentiero concettuale che connette il tumulto mentale alla creatività artistica. Sorgono domande fondamentali. Qual è la natura dell’arte? Come definire l’indomabile creatività? Emerge da queste pagine una tesi provocatoria: la creatività trova radici in una straordinaria sensibilità, dono che può generare capolavori e turbamenti mentali. L’esperienza personale dell’autrice come regista si intreccia con i pensieri di grandi filosofi – nonché psichiatri e psicoanalisti – quali Jaspers, Prinzhorn e Kris. Questo saggio sfida la percezione comune della follia e solleva una realtà profonda: la società ha accettato la follia come una parte difettosa, delegando alla scienza l’incarico di eliminarla.
Simona Manganaro, filosofa, scrittrice e fotografa, nata a Genova nel 1978, vive a Roma, dove si dedica all’esplorazione della natura umana. Ha vinto il Books for Peace Award per Tracce a esse (2019), iconotesto che svela una sensibilità estetica. Tra i suoi documentari spicca Via dei Villini (2017) sulla questione dei rifugiati somali. Tra le sue opere: Diario di bordo, romanzo di formazione acclamato dalla commissione del premio Italo Calvino. La sua versatilità nell’unire filosofia, scrittura e fotografia la rende influente nell’arte e nelle scienze umane.
Informazioni aggiuntive
Anno di pubblicazione | 2024 |
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Codice ISBN | 9791256220120 |
N° pagine | 178 |
Prefazione di | Paolo D’Angelo |
Le figlie di Abramo
Fuori orarioMolti secoli fa, partendo dalla Rivelazione gli uomini (maschi) hanno enunciato le norme religiose – talvolta con estrapolazioni molto libere rispetto ai testi sacri – a cui sono poi seguite le leggi civili e le inevitabili percezioni di giusto/sbagliato, permesso/vietato, che riguardano tanto la società nella sua interezza quanto il singolo individuo che le declina in funzione della propria storia, della propria cultura e della propria sensibilità. Nei secoli, queste regole hanno spesso creato notevoli differenze tra maschi e femmine e solo oggi − e comunque soltanto in alcune parti del mondo − le discriminazioni di genere sembrano avviate verso il tramonto.
Arigó
Fuori orarioIn questa vicenda straordinaria esistono dati di fatto inconfutabili che non possono essere messi in discussione neppure dal più ostinato degli scettici. Ze Arigó, il chirurgo-guaritore brasiliano di estrazione contadina, ha operato i suoi pazienti affondando nella carne viva un coltello da cucina o un temperino, trascurando le più elementari precauzioni igieniche, senza causare il minimo dolore, e senza bisogno di emostasi né di punti. Ha scritto a una velocità pazzesca le più complesse ricette di farmacologia moderna, pur non essendo andato oltre la terza elementare e non avendo mai studiato la materia, e formulato accurate e valide diagnosi.
La scritta sul muro
Fuori orario“È notte, e nella campagna del borgo di Castellazzo di Bollate non si vedono segni di vita. Il mondo, quella fettina di mondo, sembra riposare tranquilla nel silenzio e nell’oscurità. Un’automobile avanza lenta lungo la via dei Leoni e si ferma davanti al muro perimetrale della Villa. La portiera si apre e scende una giovane donna. Alla luce dei fari solleva il braccio e impugnando una bomboletta spray rossa inizia a scrivere con decisione, a grandi caratteri.”
Immagine della fotografia
Fuori orarioIl volume raccoglie brevi frammenti presentati con un linguaggio allegorico che cerca di comprendere il modo in cui la fotografia può modificare la nostra percezione del mondo circostante. Saggio post-benjaminiano, questo libro sostiene che noi osserviamo la realtà in modo fotografico, per cui non sappiamo nulla di come vediamo la realtà senza il filtro dell’immagine.