Spinta da strane circostanze e dalla mania classificatoria dei nostri giorni, un “romanesco”, vale a dire un romano plebeo, ricostruisce drammi e prove legati alla sua voce potente, addirittura catastrofica, fino alla genesi e a una sorta di stoica acquiescenza agli avvenimenti, perché “una volta la voce era importante, mica come adesso.”